Emilia Romagna. Sit in degli operatori del gioco. Modugno (avv.): ‘Dobbiamo riaprire un dialogo con le istituzioni’

“Ho raccolto un vero e proprio grido di dolore di piccole e medie imprese alle quali è stato chiesto uno sforzo economico incredibile per la loro ricollocazione a seguito dell’introduzione del noto distanziometro dai luoghi sensibili”. Così l’avvocato Francesco Modugno spiega a Jamma.it il suo coinvolgimento nella iniziativa promossa da un gruppo di operatori del gioco che si tradurrà in un sit in di protesta che si terrà il 17 settembre prossimo, a partire dalle 9.00, di fronte alla sede del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna.

“Dall’entrata in vigore del regolamento abbiamo cercato di sensibilizzare le istituzioni sulle criticità di questa norma cercando di riaprire un dialogo. Il nostro obiettivo è quello di riportare un po’ di ragionevolezza sulla questione, anche attraverso una maggiore informazione sulle considerazioni e gli argomenti che hanno portato, in questi ultimi tempi, regioni come la Liguria, la Puglia, l’Abruzzo e le Marche a lavorare su una regolamentazione delle attività di gioco coerente con logiche che tengano conto della realtà del settore. Il mio personale auspicio è che la Regione faccia un passo indietro per venire incontro a queste piccole imprese”. “Ovviamente non mi sto riferendo ad una minore tutela del giocatore. Stiamo parlando di imprese che operano attraverso dei titoli concessori rilasciati dallo Stato, offrono servizi di gioco legale, contribuiscono a garantire un presidio di legalità sul territorio. Se l’intento del legislatore è ad esempio quello di disincentivare il gioco minorile, quale altro strumento se non le imprese legali possono rappresentare un valido supporto?”, si chiede l’avvocato Modugno.

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“Esercitare la loro attività, legale, è un diritto di questi imprenditori, una libertà che in quanto tale va rispettata. Le istituzioni devono comprendere che l’applicazione di queste norme, le distanze minime dai luoghi sensibili e ancora di più l’obbligo di ricollocarsi nel caso in cui sopravvenga una nuova apertura di strutture ‘sensibili’ mette queste imprese in una condizione di estrema incertezza, in una sorta di ‘bizzarro nomadismo’. E’ qualcosa di impossibile da attuare e anche solo da comprendere. Di questo passo l’unica cosa che si otterrà è la chiusura di moltissime imprese, la perdita di lavoro per migliaia di persone e lasciare campo libero alla criminalità”, dichiara Modugno.

“Personalmente auspico una buona riuscita della manifestazione. Le imprese di gioco si sono sentite abbandonate, i lavoratori, al di là delle sigle, hanno avuto incontri informali con le sigle sindacali, ma il loro intento oggi è quello di trovare una via di dialogo con le istituzioni alle quali chiedono solo un po’ di ragionevolezza e razionalità”, conclude l’avvocato Modugno.